Studio arte di strada.

"Sono critico nei confronti degli artisti contemporanei per un semplice motivo: scappano dai problemi. Non dipingono nulla di interessante dal punto di vista intellettuale. Spesso cerco artisti che diano un senso o un'eco alla nostra voce, quella del popolo, ma non li trovo.

Non mi piace la pittura. Non mi piace l'arte. Ma mi sono posto l'obiettivo di dare un senso a ciò che faccio nei miei dipinti. Per questo mi piace credere di descrivere la società. Che tracci la storia di una caduta. Che i miei quadri siano in realtà messaggi per le generazioni future, un malessere della società, lo spettacolo di un uomo che vede la fine di una civiltà e che cerca, con i suoi mezzi, di descriverla, senza ferire o stigmatizzare, perché la gente è troppo emotiva, spesso incapace di comprendere concetti semplici, e soprattutto in una fase intellettuale regressiva dove il quoziente intellettivo non fa che diminuire, e dove le persone a parte, e lo riconosceranno, possono solo essere isolate, perché il loro unico monologo le porterebbe alla censura totale o peggio, perché questa società uccide chi osa parlare contro i diktat. "

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